Cari Colleghi,

devo preliminarmente ringraziare il Consiglio dell’Ordine Forense di Lucera ed il suo Presidente avv. Marcello Prignano, per aver gentilmente messo a disposizione la sala del Consiglio stesso per questa assemblea.

Come sapete, e come avete letto tanto negli inviti quanto nei manifesti, questa assemblea si sarebbe dovuta tenere nell’Aula della Corte di Assise, ma ciò non è oggi possibile, perché tale aula è occupata dal materiale della Commissione Elettorale.

Rinnovo quindi il mio grazie al Consiglio dell’Ordine, che ha ricevuto da me ufficiale comunicazione della costituzione della Sezione di Lucera dell’AIGA nella seduta del 28 novembre ultimo scorso, e vado ad introdurre la discussione sugli argomenti posti all’ordine del giorno, relativamente ai quali è oltremodo gradito il contributo di tutti i partecipanti.

Nel contempo mi scuso se vi sono stati disguidi nell’inoltro delle lettere di convocazione e se, del tutto inavvertitamente, qualche collega non abbia ricevuto tale convocazione.

L’intento dei componenti del Comitato Provvisorio è stato ed è quello di avere la partecipazione di tutti.

Premessa

Faccio una breve premessa, per la tediosità della quale molti di voi vorranno scusarmi, ma che, insieme con il componenti del comitato provvisorio della Sezione, ho ritenuto ugualmente doveroso esporre, dato che è palpabile come non pochi nostri colleghi conoscano non a fondo l’organizzazione istituzionale e quella associativa della nostra categoria.

Mi permetto perciò di ricordare principalmente a me stesso, affinché possa trarre le più appropriate indicazioni per il lavoro che tutti insieme, del Comitato Provvisorio, ci siamo ripromessi di svolgere, quelli che sono gli aspetti fondamentali del sistema istituzionale-associativo che regola la categoria forense.

Organo istituzionale, rappresentativo della categoria in forza di mandato che trova la sua fonte nella legge, è il Consiglio Nazionale Forense - C.N.F.

Per moltissimo tempo, il Consiglio Nazionale Forense ha svolto in via esclusiva anche attività, per così dire, di supplenza laddove la categoria era priva di organismi che potessero rappresentare le ragioni della stessa sotto quegli aspetti che correntemente vengono indicati politico-sindacali.

Nell’ottobre del 1994, durante un Congresso Nazionale Straordinario appositamente indetto, l’esigenza che l’Avvocatura Italiana fosse rappresentata unitariamente a tale livello politico-sindacale, ha trovato finalmente la sua realizzazione, peraltro nella stupenda cornice dell’Isola di San Giorgio in Venezia, con la creazione dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura - O.U.A.

Da subito, nell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, già nella sua prima composizione, statutariamente prevista, sono confluite le rappresentanze dei Consigli dell’Ordine e tutte le libere associazioni forensi già esistenti (Unione Nazionale delle Camere Penali, anche se ben presto presa da aneliti indipendentistici, Unione Nazionale delle Camere Civili, Federordini, Assoavvocati, AIGA e altre)

A questo punto, l’Avvocatura Italiana si è ritrovata con una completa rappresentatività a livello tanto istituzionale quanto politico, e ciò ha comportato che, peraltro con molto apprezzabile spirito collaborativo tra i due organismi, tanto il Consiglio Nazionale Forense quanto l’Organismo Unitario dell’Avvocatura abbiano fatto sentire, come si suol dire, più alta la voce degli avvocati, fino ad allora tenuta fin troppo sopita: sono aumentate notevolmente le occasioni attraverso le quali l’Avvocatura ha potuto quanto meno prendere parte ad incontri tanto con le autorità politiche quanto con le rappresentanze della magistratura, per affrontare gli innumerevoli problemi della giustizia, generalmente intesa, e della categoria in particolare.

Attraverso i suoi organismi regolarmente costituiti, l’Avvocatura Italiana ha potuto prendere iniziative che altrimenti sarebbero state regolate solo da spunti sporadici, poco meno che individuali, soprattutto non coordinati.

Questo oggi non avviene: se l’Avvocatura può adottare comportamenti unitari, comportamenti cogenti, azioni di rilievo, se riesce ad avere un po’ più di attenzione da parte degli stessi mass-media, ciò è dovuto all’esistenza e al regolare funzionamento dei suoi organismi rappresentativi.

Non è assolutamente facile tenere unita, tenere insieme una categoria che oggi conta ben 105.000 iscritti all’albo professionale, ma è doveroso farlo, è necessario continuare a farlo, per i motivi che sono sotto gli occhi di tutti e che non posso star qui a ripetere allungando in maniera ulteriormente tediosa la mia esposizione.

Le libere associazioni (quelle forensi non sono poche), poi, hanno avuto e conservano la finalità e lo scopo di rappresentare le esigenze della categoria nell’ambito di campi in parte più specifici.

Da qui l’esistenza, e la loro forte presenza a vari livelli, di tre tra le libere associazioni forensi, che sono quelle, ritengo io giustamente, rappresentative delle tre grosse aree dell’avvocatura: le Camere Penali, le Camere Civili e l’Associazione Italiana dei Giovani Avvocati.

Non mi dilungo sulle caratteristiche delle Unioni delle Camere Penali e delle Camere Civili e vengo all’AIGA, per dire però subito una cosa, e cioè che l’AIGA è l’associazione forense italiana che conta il maggior numero di sezioni e di iscritti, e ciò può essere sostenuto senza tema di smentite, perché il conteggio di sezioni e di iscritti va fatto secondo partecipazione effettiva all’attività dell’associazione e, non bisogna dimenticarlo, secondo il concreto collegamento alla sede centrale, rappresentato, come tutti sanno, dal versamento delle periodiche quote associative.

L’Associazione Italiana Giovani Avvocati a livello nazionale

L’AIGA è sorta nel 1968, ed ha avuto il suo primo Congresso Nazionale, a testimonianza dell’attivismo dei meridionali, in Bari.

L’Associazione è a sua volta aderente all’A.I.J.A. - Association Internationale des Jeunes Avocats.

Gli scopi dell’Associazione sono riportati nello Statuto Nazionale e li enuncio subito:

"L’Associazione opera in campo nazionale:

a) per un’attiva difesa ed un moderno sviluppo della professione forense, studiando ed avviando a soluzione i problemi dei giovani avvocati e praticanti avvocati;

b) per la realizzazione di una efficiente amministrazione della giustizia allo scopo di assicurare la più ampia tutela dei diritti del cittadino;

c) per promuovere l’impegno dell’Avvocatura a contribuire all’evoluzione civile della Società Italiana nello spirito della sua Costituzione.

Coordina in campo internazionale la propria azione a quella dell’A.I.J.A. al fine di promuovere l’espansione dell’attività forense e l’armonizzazione delle norme professionali".

L’Associazione, che ha sede in Roma, è, naturalmente, apolitica, e possono esserne soci gli avvocati ed i praticanti avvocati che abbiano una età inferiore ai 45 anni. In ogni città sede di Tribunale può essere costituita una Sezione.

Organi statutari, sempre a livello nazionale, sono il Consiglio Direttivo, la Giunta Esecutiva, il Tesoriere, il Segretario, il Vice Presidente e il Presidente.

Bisogna tener presente che dei 105.000 iscritti agli albi forensi in Italia, oggi il 50% è costituito da Giovani Avvocati, cioè da coloro che non hanno ancora compiuto il 45° anno di età.

L’istituzione della Sezione AIGA a Lucera.

Perché una Sezione AIGA anche a Lucera.

L’idea di istituire una Sezione dei Giovani Avvocati è nata tra Pasquale Caso e me, quando, durante le sedute del Consiglio dell’Ordine e attraverso l’espletamento dei compiti connessi al nostro incarico, ci siamo resi conto che nel circondario di Lucera i giovani avvocati sono davvero tanti, cioè 200 su 300 iscritti all’Albo, e costituiscono quindi il 66% del Foro di Lucera: considerato poi che, dei trecento iscritti al registro dei praticanti del circondario di Lucera, una parte (faccio i migliori auguri) confluirà nelle file dell’avvocatura, questa percentuale, almeno nei prossimi cinque anni, è destinata ad aumentare ulteriormente fino a raggiungere come minimo l’80%.

Da qui, abbiamo pensato, nasce l’esigenza di curare, per quanto possibile, un po’ di condizioni, ma, tra queste, soprattutto l’unità di una categoria così giovane, costituita da un numero elevato di professionisti (che supera le medie nazionali), destinata, in ambito locale, nei prossimi anni a dover stabilmente impersonare l’immagine, lo stile, la dignità della nostra professione.

Con Paki Caso abbiamo organizzato una riunione preliminare, tenutasi in questo Palazzo di Giustizia il 5 giugno scorso, alla quale ha fatto seguito un’altra riunione, sempre nel Palazzo di Giustizia di Lucera, il 1° luglio, per la costituzione del Comitato Provvisorio che avrebbe provveduto agli adempimenti necessari al riconoscimento della Sezione.

Dopo la prima riunione ho dovuto registrare, con molto rammarico ma comprendendone i molto giustificati motivi, la perdita della ‘compagnia’ di Paki Caso, il quale, pur disponibile alla partecipazione, non poteva in quel frangente fare da motore dell’iniziativa.

Ho avuto contestualmente, però, la volenterosa, fattiva e concreta collaborazione di Giovanni Clemente, oltre che, mi si consenta, del mio collega di studio Michele Orsogna.

Nella riunione del 1° luglio scorso, dicevo, si è costituito il Comitato Provvisorio, formato, oltre che da me, da Lucio Cesarini, Giovanni Clemente, Tiziana Grassone, Sabina Prignano e Stefano Rutica.

Il Comitato Provvisorio, nel periodo che va dal 1° luglio agli inizi di ottobre:

- ha tenuto tre riunioni;

- ha raccolto cinquantadue domande di iscrizione alla Sezione;

- ha provveduto alla redazione del regolamento istitutivo;

- ha deliberato la partecipazione della Sezione al Congresso Nazionale dell’AIGA.

Il Congresso Nazionale AIGA

E così Giovanni Clemente ed io abbiamo preso parte, devo dire con grande soddisfazione, al sedicesimo Congresso Nazionale che si è tenuto a Perugia dal 1° al 4 ottobre scorsi.

Per me che ho avuto la fortuna e l’onore di partecipare, da dodici anni a questa parte, ad un buon numero di congressi e di convegni nazionali, l’esperienza del Congresso Nazionale AIGA è stata oltremodo interessante e, come mi è sempre capitato, mi ha fatto rinvigorire l’entusiasmo verso la professione forense.

Sotto il profilo organizzativo, considerato che si trattava di una libera associazione, e a differenza delle altre libere associazioni, il Congresso AIGA non ha avuto nulla da invidiare ai Congressi Nazionali.

Ha goduto della partecipazione e dell’intervento di tutti, nessuno escluso, i più autorevoli rappresentanti sia dell’Avvocatura sia della Magistratura sia del mondo politico.

Il Congresso si è sviluppato in due parti, una scientifica ed una amministrativa.

Tema del Congresso "L’avvocatura tra mercato globale e diritti individuali": detto in estrema sintesi quali sono gli apporti e gli interventi dell’avvocatura in un ambito globale come è quello che si sta sempre più affermando tanto nell’economica quanto nei rapporti sociali rispetto a specifiche peculiarità della professione, quali quelle di tutela di posizioni private o personali.

A dimostrazione dell’importanza che l’AIGA riveste in ambito nazionale, la giornata di apertura ha avuto la presenza del Ministro di Grazia e Giustizia Flick, e tutte le giornate congressuali sono state seguite dal presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Elena Paciotti.

Brevemente elenco le personalità che hanno attivamente partecipato ai lavori congressuali attraverso proprie relazioni: oltre ai presidenti del CNF Nicola Buccico, dell’OUA Antonio Leonardi, e della Cassa Nazionale Forense Maurizio De Tilla, il vicepresidente del CSM Giovanni Verde, il sottosegretario alla Giustizia Antonino Mirone, i presidenti delle Camere Penali e delle Camere Civili, i docenti universitari Guido Alpa, Giovanni Cosi, Antonio Gambaro, Adelmo Manna, Monica Raiteri, Alessandro Pizzorno, Ferdinando Treggiari, Vittorio Olgiati, Luigi Moccia, i rappresentanti delle forze politiche Alfredo Mantovano (AN), Gaetano Pecorella (FI), Giovanni Pellegrino (DS), Ferdinando Adornato, il giudice Gherardo Colombo, tutti i magistrati segretari tanto dell’ANM quanto di tutte le altre correnti della magistratura, i responsabili per la giustizia di tutte le forze politiche, i rappresentanti delle associazioni industriali, i giudici costituzionali del Belgio Paul Martens e Ramon Mullerat.

Dopo la giornata inaugurale con le relazioni introduttive, si sono avute tre sessioni di lavoro su altrettanti argomenti (- l’avvocatura nel mercato globale; - esplosione giudiziaria, potere dei giudici, ruolo dell’avvocatura; - Europa del mercato e del diritto: quale futuro per l’avvocatura?), organizzate a loro volta attraverso relazioni e tavole rotonde (moderate da giornalisti delle riviste specializzate), con un invidiabile rispetto dei tempi programmati, nonostante l’abbondanza di temi, relatori, intervenuti.

E, quel che è importante, per ogni argomento trattato l’AIGA ha preliminarmente esposto i risultati dei propri studi, attraverso la lettura delle ‘tesi dei giovani avvocati’, elaborati tutti molto apprezzabilmente preparati: segno questo, di notevole vitalità dell’Associazione e del notevole impegno che gli associati vi profondono.

L’ultima giornata congressuale è stata destinata al rinnovo delle cariche nazionali.

Il presidente uscente Urbano Barelli (42 anni), di Perugia, la cui carica non è rinnovabile, ha passato il testimone ad Enzo Santochirico (39 anni), di Matera, il quale è stato eletto presidente avendo ottenuto il doppio dei voti rispetto all’altro dei candidati più accreditati, Luigi Ancona di Bari.

Degli aspetti ricreativi del Congresso potremo parlare in altra occasione, sappiate comunque che il divertimento (eravamo trecento partecipanti) non è mancato, così come non sono mancate la qualità dei convivi e la bellezza dei luoghi.

Il riconoscimento della Sezione AIGA di Lucera in sede nazionale

Il 3 ottobre 1998 è la data di riconoscimento della Sezione AIGA di Lucera in ambito nazionale. Il Consiglio Direttivo Nazionale, dopo aver esaminato il regolamento da noi predisposto ed avere verificato le domande di adesione che avevamo allegato, ha dato ufficialmente vita alla nostra Sezione, che diventa così la n. 84 in Italia: in pratica l’AIGA è presente con proprie sezioni nella metà dei tribunali italiani.

E’ stata più che naturale la soddisfazione, e anche l’emozione, mia e di Giovanni quando il Presidente dell’AIGA ci ha chiamati sul palco per portare il saluto della nuova Sezione di Lucera: ci siamo ripromessi, naturalmente, di portare in ambito locale l’impegno, la volontà, le direttrici dell’associazione.

Nel tempo intercorso tra il Congresso e l’odierna assemblea, il Comitato Provvisorio si è riunito due volte ed ha deciso di dare anche l’imprimatur notarile all’atto costitutivo e al regolamento della Sezione, cosa che è avvenuta il 27 novembre 1998, ed ha indetto l’odierna assemblea, deliberandone gli argomenti che sarebbero stati posti all’ordine del giorno.

Sono stati inviati gli inviti a partecipare a tutti gli avvocati e a tutti i praticanti avvocati del Foro di Lucera che non hanno ancora compiuto il 45° anno di età.

Se vi sono stati eventuali disguidi nell’inoltro delle convocazioni, me ne scuso nuovamente, ma, nel contempo, devo ringraziare per la loro fattiva collaborazione per la buona riuscita di questa assemblea, i colleghi che si sono adoperati in questi giorni, che sono, oltre ai componenti del Comitato Provvisorio (Lucio Cesarini, Giovanni Clemente, Tiziana Grassone, Sabina Prignano, Stefano Rutica), Piero Agnusdei, Roberto Colucci, Alessandro Lombardi, Michele Orsogna.

Programmi

L’unità, la formazione, la deontologia, la rappresentatività sono le grandi aree nelle quali abbiamo pensato di operare con le nostre limitate forze, ed abbiamo deciso di costituire la Sezione AIGA per poter perseguire questi obbiettivi, nel tentativo di ottenere:

- una sempre maggiore conoscenza fra noi (il che non guasta di sicuro) e delle problematiche della giovane avvocatura del circondario di Lucera;

- maggiori facilitazioni di accesso (che sono infatti previste per gli associati) alle iniziative formative della professione;

- indicazioni, direttrici sulle quali instradare la nostra condotta professionale;

- maggiore rappresentatività, appunto, a tutti i livelli.

In concreto, operare non sarà facile, dovendo tutti noi trovare innanzitutto il tempo a disposizione per farlo, ma, con la collaborazione anche minima di ciascun collega, qualcosa di certo si otterrà.

Vengo subito a quelle che sono le facilitazioni che sono previste per gli associati AIGA nell’approccio ai vari strumenti necessari nello svolgimento della professione.

L’AIGA ha ben presente che ormai gli operatori del diritto si muovono in ambiti definitivamente votati all’informatica, così come gli stessi operatori devono anche avere dimestichezza non soltanto con la lingua madre, ma anche, in considerazione dell’apertura delle frontiere, con almeno una lingua straniera.

La Sezione AIGA di Lucera, quindi, si impegnerà nel trovare agevolazioni nell’accesso all’informatica giuridica e nello studio delle lingue straniere, in particolare dell’inglese, prima quello comune, poi quello specifico per la professione.

Gli avvocati AIGA, infatti possono accedere a finanziamenti per l’adeguamento informatico degli studi legali e per l’introduzione di nuovi strumenti tecnologici: sono state sottoscritte convenzioni, in particolare con la Archimede S.r.l. e la Banca Commerciale Italiana, per tali finanziamenti, che riguardano hardware, software e servizi.

La Sezione AIGA di Lucera ha già preso contatti, poi, con istituti per l’insegnamento della lingua inglese, che prevedono dapprima l’acquisizione di conoscenze della lingua corrente e poi dell’inglese, diciamo così, legale, ed ha ottenuto che per gli associati AIGA i costi da sostenere siano molto ridotti.

Ed ancora, i giovani avvocati AIGA possono accedere a progetti indetti dalla Comunità Europea nel campo giuridico: con Giovanni abbiamo esaminato il progetto ‘Grotius’, molto articolato.

Piero Agnusdei e Sabina Prignano hanno partecipato quest’anno in Bari ad un interessante corso sul diritto comunitario, e pensiamo di indire un’apposita riunione - seminario, durante il quale divulgare le conoscenze acquisite dai nostri due colleghi.

Per quanto riguarda i programmi che ho ora enunciato, ritengo che il Comitato Direttivo che sarà oggi eletto debba ovviamente approfondirne i contenuti, in modo da poter dare più specifiche indicazioni e più particolareggiati consigli agli associati.

Ai fini della formazione, però, che deve essere nostro obbiettivo principe, non bisogna dimenticare le scuole forensi, istituzioni sulle quali pure il Comitato Direttivo che sarà eletto effettuerà i dovuti approfondimenti, affinché il Foro di Lucera possa contare una scuola qualificata di preparazione dei giovani avvocati.

L’esperienza della Scuola Forense di Lucera, che ha operato negli anni dal 1985 al 1992 (direttore ne era l’avv. Enrico Follieri, io svolgevo le funzioni di segretario), riscontrando l’adesione di altri Fori (Larino, Vasto, Ariano Irpino), la partecipazione di numerosi iscritti provenienti da quattro regioni, il contributo di docenti universitari e di avvocati e magistrati dei Fori aderenti, è un autentico tesoro che non va disperso, ma che deve essere al più presto riportato alla luce.

Anche il Foro di Lucera, come praticamente tutti i Fori d’Italia, ha registrato negli anni novanta un notevolissimo incremento di nuovi avvocati e praticanti avvocati: se sentivamo il bisogno di organizzare, tra tante difficoltà e fatiche, una Scuola Forense quindici anni fa, quando gli iscritti all’albo erano meno della metà di oggi, figuriamoci se questa esigenza non si debba sentire ora.

E’ necessario, in un momento in cui l’elevato numero di iscritti potrebbe incidere sulla qualità e sulla dignità della professione se si ricevono poche o nulle direttrici, che si intervenga, ed il Foro di Lucera deve sentirsi responsabilmente chiamato a questo compito, affinché, per quanto possibile, i giovani avvocati ed i praticanti avvocati possano attingere a validi insegnamenti professionali e deontologici.

Non dimentichiamo che nella Provincia di Foggia, dove insistono due Tribunali, il numero di giudizi attualmente pendenti è di 30.000 circa, mentre gli avvocati sono 1.600 ed i praticanti 1.100: ciò sta a dire che il bacino di utenza, che ovviamente non può ingrossarsi per evidenti ragioni naturali, deve costituire linfa di sostegno professionale (ed economico) di ben 2.700 legali, e sta a significare che, ove vi dovesse essere una equa distribuzione del contenzioso tra tutti i legali presenti nel territorio, ciascuno di noi dovrebbe poter ‘gestire’ non più di 24 controversie.

Anche se il contenzioso non costituisce esaustivamente il campo professionale dell’avvocato, ma, soprattutto nelle nostre zone, ne compone la stragrande parte, ed anche se non tutti gli iscritti all’albo esercitano effettivamente la professione, un dato mi sembra comunque incontrovertibile, e cioè che i numeri ci condannano inesorabilmente.

I dati statistici ci dicono chiaramente che il terreno nel quale si muovono gli avvocati del nostro Foro non può dare spazi a tutti coloro che pensano, con un semplice titolo universitario, di aver raggiunto l’eden professionale; ci dicono chiaramente che la nostra categoria, se vuole conservare dignità e qualità, deve necessariamente professionalizzarsi il più possibile, deve contare nelle proprie fila operatori a tempo pieno, volenterosi, impegnati, disposti al sacrificio.

E allora, una strada da percorrere potrà essere quella delle scuole forensi, per cui, con l’aiuto del Consiglio dell’Ordine, dovremo fare in modo che si possa istituire nuovamente una Scuola Forense nel circondario di Lucera, nella quale, oltre alla partecipazione, non dovrà mancare perciò la fattiva collaborazione, anche a livello operativo-amministrativo, di giovani avvocati, il cui apporto in tal senso sarà necessario per non far vanificare gli sforzi che si andranno a compiere.

Altro aspetto che la Sezione di Lucera dell’AIGA vorrà tenere in considerazione sono le disfunzioni della amministrazione della giustizia nelle nostre zone. Tutti i colleghi potranno segnalarci i dati negativi cui vanno incontro del loro quotidiano operare ed abbiamo in animo di predisporre una sorta di ‘libro bianco’ su queste disfunzioni, che sia però contraddistinto da intenti esclusivamente costruttivi.

Solo per fare un esempio, nel corso dell’ultimo Consiglio dell’Ordine, con Paki Caso, abbiamo valutato l’opportunità di prendere anche una chiara posizione in ordine alle tabelle che in sede distrettuale dovrebbero essere modificate allorché sarà entrato in vigore il Giudice Unico, e che prevedono, tanto per cambiare, la soppressione di un posto di magistrato nel nostro circondario.

Con questo esempio ho introdotto, ma ne parlo ora in via molto sintetica, l’elemento ‘rappresentatività’ dell’associazione dei giovani avvocati, la quale prenderà iniziative, proporrà interventi, farà cioè sentire la propria voce negli ambiti che sono propri della nostra professione, con i colleghi, con i magistrati, con i funzionari, con i politici.

Se lo vogliamo, Dio ci assisterà in questa una nuova e stimolante fatica.

Lucera, 4 dicembre 1998

Giuseppe Agnusdei